La Medaglia dell’Anno 2023

25 Maggio 2023

“Voglio rappresentare quel Bambino nato a Betlemme come se in qualche modo avessi davanti agli occhi i disagi in cui si è trovato per la mancanza delle cose necessarie a un neonato, come fu posto in una greppia e come giaceva sul fieno fra il bue e l’asino”. Sono le parole che San Francesco d’Assisi rivolge a un fidato amico per chiedere la sua collaborazione ad allestire nel piccolo borgo umbro di Greccio il primo presepe della storia, la notte di Natale del 1223: si trattava non semplicemente di una rievocazione storica, ma di una celebrazione liturgica e mistica che intendeva rivitalizzare e attualizzare il mistero dell’Incarnazione di Dio fra tutti i credenti, in qualunque luogo del mondo, a prescindere da Betlemme e dai pellegrinaggi in Terra Santa.

Nel 2023 ricorre l’800° anniversario di questa straordinaria “invenzione” francescana. Sarà l’inizio di un triennio di celebrazioni del Poverello di Assisi che dureranno per tre anni: sempre l’anno prossimo, insieme al Presepe, la promulgazione della Regola dell’Ordine approvata da papa Onorio III; nel 2024 la stesura del Cantico delle creature e l’impressione delle stimmate ricevute dal santo sul Monte della Verna, in Toscana; nel 2026, culmine degli eventi, la morte di Francesco avvenuta presso la celebre Porziuncola.

A questo carismatico protagonista della storia italiana, caro a credenti e non credenti per lo spessore morale, intellettuale, spirituale, civile, è ispirata la Medaglia dell’Anno 2023, la scultura che Editalia ormai da un quinquennio dedica a un personaggio o a un evento significativo di cui si celebra un anniversario importante. L’artista che l’ha ideata è Piergiorgio Colombara, maestro genovese di fama nazionale e internazionale, autore a partire dagli anni Ottanta di sculture e cicli come gli Anelli, le Urne, le Orliquie, o i più recenti Exbronzo, Excera, Expiombo ed Exvetro, dove si declinano i grandi temi della sua ricerca: il tempo, lo spazio, la memoria, il silenzio. Ha scritto di lui il critico d’arte Sandro Parmiggiani: “I materiali cui fin dall’esordio ha fatto ricorso sono intrisi di levità, malleabili, plasmabili: il piombo, la cera, le sottili lamine di ottone che possono essere piegate ad ogni forma, le lamiere, gli oggetti e le cannule di vetro – il vetro, lo sappiamo, è il prodotto dell’atto del soffiare, e ne reca tutta l’essenza. […] Anche le sculture recenti di Colombara – nelle quali egli si cimenta con un materiale, il bronzo, solitamente percepito e reso come espressione di una solidità e di una fermezza che sfidano il tempo – conservano un legame profondo con l’idea di leggerezza cui ci ha abituato”.

Proprio nel bronzo della nuova medaglia Colombara trasferisce la leggerezza (o forse possiamo dire, riprendendo le parole di un altro critico d’arte, Gillo Dorfles, la leggiadria) della sua interpretazione di San Francesco, essenziale, lirica, sacrale. “Gli uccelli che libero dalle mie mani sono le mie parole d’amore”: questi versi tratti dalla poesia Francesco, canto di una creatura di Alda Merini sembrano dar voce all’immagine di San Francesco concepita per il dritto. Il volto di profilo del santo giovane, che riprende i tratti dell’unico ritratto sbarbato eseguito da Giotto nella basilica assisiate, è rivolto verso la sua mano segnata dalle stimmate e verso un uccello che pare andarsi a nutrire in quel sangue misterioso e salvifico. Al rovescio, altri due uccelli volteggiano sulla grotta innervata di rami all’interno della quale brilla il Bambinello avvolto in fasce. Con il loro cinguettio cantano di gioia così come cantavano il lieto annuncio gli angeli che illuminarono la notte della nascita di Gesù. E ancora alla gioia e alla lode a Dio Francesco invita le sue “sirocchie uccelli” (in italiano antico la parola uccelli era ancora declinata al femminile come il latino avis), che rispondono alzando al cielo i loro versi più armoniosi e musicali. Non a caso il titolo scelto dal Maestro per la sua opera è San Francesco, il canto del mondo. Infine, la superficie scabra della medaglia, incisa da un reticolo di segni, vuole rimandare alla tela grezza del saio francescano, simbolo della dedizione a “Madonna Povertà”.

L’invenzione di Colombara ha potuto prendere forma attraverso i conî magistralmente realizzati nel laboratorio di Picchiani & Barlacchi, azienda nata nel 1902 e radicata nel territorio culturale e artistico fiorentino, dove si producono medaglie artistiche, targhe e altre opere di pregio lavorando i metalli secondo antiche tecniche tradizionali coniugate con la tecnologia di precisione e un’esperienza più che secolare. Una volta che l’artista ha completato il bozzetto definitivo e ha plasmato i modelli in terracotta della medaglia, da questi si ottengono i gessi che passeranno in fonderia. L’esperto artigiano comincia a lavorare in stretta sinergia con lo scultore, a cui sottopone la riduzione pantografica da cui ottiene i punzoni. Questi ultimi vengono ritoccati a mano e costituiscono il tramite definitivo per i conî, ultimo passaggio prima di passare sotto al torchio da cui, dopo diverse battute della pressa, nascerà finalmente la medaglia-scultura finale.

 

BOX 1 CARATTERISTICHE

Medaglia in bronzo patinata a mano, diametro mm 70, con inserti in oro 750‰ o in argento 925‰. Tiratura limitata a 500 esemplari numerati per l’oro, 999 esemplari per l’argento.

La Medaglia dell’Anno 2023 intitolata San Francesco, il canto del mondo, con il suo supporto disegnato da Piergiorgio Colombara, è custodita in un cofanetto-espositore. La medaglia è accompagnata da un volume che illustra il tema scelto, l’iconografia del dritto e del rovescio, i passaggi principali della lavorazione tecnica e la biografia dell’artista-medaglista.