Laura Cretara, una vita per l’arte

4 Giugno 2023

La tradizione numismatica italiana è sempre stata di altissimo livello artistico e tecnico. Dagli anni Ottanta del XX secolo fino agli albori dell’euro, il più illustre incisore italiano di monete è una donna: Laura Cretara. A lei, artista di fine sensibilità sociale e umana, Editalia dedica un volume che racconta le sue opere intrise di simboli e segni pregnanti che celebrano i valori dello Stato italiano.

di Silvana Balbi de Caro*

«Il sapere tecnico e la capacità di servirsene sono i presupposti perché l’ingegno umano possa soddisfare i bisogni di ordine spirituale e materiale con forme compiute. È il “Mestiere” quindi che sostanzia la creazione artistica ed è la conoscenza e la padronanza delle sue tecniche che consente di adattare il mezzo espressivo alle esigenze dell’idea o di modificare l’idea in funzione degli strumenti a disposizione»: in queste parole di Laura Cretara è tutto il rigore di un’artista che, con ferrea disciplina, ha costruito il proprio mondo, la propria personalità senza mai nulla concedere all’improvvisazione e all’approssimazione.

E il lavoro, affrontato con disciplina e umiltà dapprima nella bottega del padre e, in seguito, proseguito tra le pareti, dense di storia, della nostra Zecca di Stato, è stato ed è per Laura Cretara un impegno assunto prima che verso gli altri principalmente verso sé stessa, senza tentennamenti o debolezze. Un lavoro che ha portato l’artista ad attingere a quel “sapere tecnico”, a quella padronanza dei mezzi espressivi, a quella sicurezza del tratto che contraddistinguono le sue opere, siano esse incisioni dalla forte carica emotiva o bassorilievi dalle levigate trasparenze o sculture a tutto tondo di una grande perfezione formale.

Ma se la tecnica è lo strumento del quale l’artista si serve per dominare la materia e per trasformare le parole non dette in forme plastiche pregne di significato, è la capacità di dar voce al proprio mondo interiore che, sola, può infondere la vita alla informe materia trasformandola in opera d’arte. Ed ecco, allora, che un gesso ben modellato, un bronzo dalle forme travagliate, un sereno ritratto diventano frasi di un discorso armonioso che si dipana nel tempo e nello spazio e che, rimbalzando da una superficie appena sbozzata a un disegno accuratamente rifinito, da una forma pronta per essere gettata nel crogiuolo a un modello che ancora promette lunghe veglie, penetra nella mente e nel cuore di quanti, facendo silenzio dentro di sé, riescono a percepire il suono di parole senza voce.

Dalle monete, preziose miniature che macchine sofisticate e potenti trasformano in tondelli di metallo dai valori convenzionali, parte il nostro percorso ideale alla scoperta di un mondo artistico dalle infinite sfumature. «L’arte della moneta – scrive Cretara – è arte di Stato e quindi non può che rappresentare i valori positivi con immagini fortemente simboliche e già sedimentate nella memoria collettiva e quindi facilmente decifrabili da tutti senza alcuna discriminazione di preparazione specifica e di livello culturale». Valori positivi che, sulle monete e sulle medaglie commemorative realizzate per una committenza ufficiale, l’artista sintetizza in pochi ma essenziali concetti: la Pace, innanzi tutto, al cui pieno raggiungimento deve tendere ogni società civile, una pace che è esigenza viscerale di una più equa giustizia sociale fatta di solidarietà costruttiva e, al tempo stesso, anelito verso il trascendente.

E, da un conio all’altro, è tutto un batter d’ali: sono le ali delle tre colombe che intrecciano i loro voli attorno al globo terrestre o che, come fiamma viva, guizzano tra le foglie dell’Albero della Vita sul dritto delle monete appartenenti alla serie speciale celebrativa dell’anno 2000, ma sono anche ali di rondine, segno gioioso di rinascita e anelito verso più ampi orizzonti, rondini che fuggono da maglie di filo spinato (moneta da lire 1.000 della serie del 2000 della repubblica di San Marino). Sono ali leggere che adornano il viso di un’Italia ancora fanciulla sulle monete da 500 lire. Sono l’ala metallica della Libertà che ritorna sui bozzetti per il progetto della nuova lira del 1986, o l’ala disegnata da Leonardo, segno delle aspirazioni dell’uomo verso la conquista di sempre nuovi spazi (bozzetto per i 20 centesimi di lira del 1986 e verso della moneta della serie speciale celebrativa dell’anno 2000 della Repubblica Italiana).

È la colomba in cui sembrano trasfigurare gli atleti raffigurati sul verso delle monete da lire 1.000 emesse nel 1984 dalla Repubblica di San Marino per celebrare i giochi della XXIII Olimpiade, è la colomba fatta di stelle che, sulle monete da lire 1.000 emesse nel 2001 per la Città del Vaticano, sembra voler racchiudere l’intero globo terrestre nel frondoso giro di un ramoscello di ulivo.

Ma sono anche le mani dell’uomo, mani nude aperte nel gesto del dare e del ricevere, mani come segno di solidarietà. Mani che germogliano da radici profonde nella medaglia realizzata per la FAO nel 1985 per celebrare l’anno internazionale delle foreste, o mani unite nel dare e nel ricevere che animano le monete da 20 lire coniate nel 2000 per la Repubblica di San Marino.

Un altro tema che, come un leggero contrappunto musicale, ritorna, costante e discreto, nelle opere di Laura Cretara è quello delle stelle. Sono le stelle che cingono l’uomo di Leonardo sulle monete da un euro della Repubblica Italiana, o quelle che, come dal vaso di Pandora, si riversano in un ideale spazio celeste che circonda la delicata e sognante figura dell’Italia sulla moneta celebrativa da 10 euro emessa dallo Stato italiano per ricordare il semestre di Presidenza del Consiglio dell’Unione Europea.

È la stella, filo diretto con l’Assoluto, a cui tendono, come a fiamma inestinguibile, in un groviglio ascensionale di corpi, gli atleti raffigurati sul verso della moneta da lire 500 emessa nel 1984 dalla Repubblica di San Marino in occasione della XXIII Olimpiade. «Laura, seminatrice di stelle. Dai miliardi di granelli di terra – pulviscolo del fango della Genesi –, dalla clessidra dei deserti cosmici scorre il seme sidereo che produce vita, speranza. Poi, però, affiora minacciosa l’onda delle contraddizioni. L’ordine sinuoso della forma e il disordine dell’informe. Positivo e negativo, machismo effimero e femminino eterno, incanto e angoscia, amore e morte, armonia lineare e urlo espressionista, genesi cosmica e suicidio rituale, neri corvi ed esili colombe»: così Marcello Fagiolo, che nell’aspirare di Laura a spazi siderei vede suggestivi paralleli con la ricerca del volo dell’Euforione di Goethe.

*Estratto dal volume Laura Cretara, la signora delle monete, di prossima pubblicazione a cura di Editalia

BOX

Laura Cretara, la signora delle monete

Il volume (formato 26×33 cm), custodito in un cofanetto, è composto da circa 220 pagine stampate su carta pregiata, con oltre 300 fotografie a colori e in bianco e nero, in gran parte inedite. A cura di Roberto Ganganelli, con testi di Silvana Balbi de Caro e Rosa Maria Villani. Vi si tratteggia la figura e l’opera di Laura Cretara, incisore di numerose emissioni in lire della Repubblica Italiana e di San Marino, raffinata medaglista, sensibile scultrice da sempre attenta ai grandi valori della pace, del lavoro, dell’uguaglianza dei generi come unica base per la concordia sociale.

Tiratura limitata: 2999 esemplari numerati.