Le 500 lire bimetalliche avveniristiche e rivoluzionarie

5 Luglio 2023

Per la prima moneta bimetallica, invenzione italiana che segna una svolta nella storia della numismatica, il maestro incisore Laura Cretara aveva ideato una iconografia avanti sui tempi: il valore della pace sociale fondata sulla parità di genere. Per la collezione Lire Segrete, Editalia e la Zecca dello Stato riconiano oggi quel raro e affascinante progetto, rimasto incompreso

di Laura Orbicciani

Il 1982 è una data capitale per la storia della monetazione italiana repubblicana: la Zecca dello Stato mette in circolazione la prima moneta bimetallica al mondo, del valore di lire 500. Allo scopo di contrastare il fenomeno della contraffazione, sempre più diffuso e pericoloso, per questa nuova moneta si fa ricorso a un tondello composto da due distinti elementi, prodotti separatamente, consistenti in un disco centrale in bronzital (la lega leggera delle 20 e 200 lire) e in una corona circolare in acmonital (cosiddetto “acciaio monetario italiano”, quello delle 50 e 100 lire), da assemblare al momento della coniazione.

Il brevetto è tutto italiano: questo nuovo sistema – che ha un successo immediato e strepitoso tanto che viene adottato da numerose altre zecche in tutto il mondo, ed è lo stesso che usiamo tutt’oggi per l’euro – è stato messo a punto da Nicola Jelpo, direttore della Zecca dal marzo 1979. Ingegnere meccanico originario di Rotondella, in provincia di Matera, da quando arriva alla Zecca nel 1966 mette il suo bagaglio di conoscenze tecniche al servizio di un sistema produttivo all’epoca antiquato, incrementandone l’efficienza tecnologica ed eliminando gli sprechi. Grazie alla sua direzione che dura fino al 1999, la Zecca italiana diventa una struttura moderna e prestigiosa a cui altre zecche estere ordinano commesse e progetti. Scriveva lui stesso sulla sua “creazione”: «I vantaggi di tale moneta sono molteplici: la sicurezza nelle macchine distributrici, la facilità del riconoscimento a vista, la possibilità di differenziare monete di valore diverso a parità di diametro esterno […] È altresì da considerare la possibilità di utilizzare lo sfrido di tranciatura che si rende disponibile durante la produzione dell’anello. Infatti il nucleo centrale può essere impiegato come tondello monometallico con le sole operazioni di ricottura e orlettatura. I vantaggi economici sono facilmente intuibili». In effetti dalla lavorazione dell’anello esterno in acmonital si ricavano di lì a qualche anno dopo i tondelli impiegati per la coniazione delle 50 lire “micro” del 1990.

L’autrice di queste nuove 500 lire, subito ribattezzate “Arlecchino”, è Laura Cretara, divenuta ormai figura centrale alla Zecca dopo un esordio in sordina, praticamente sconosciuto, nel 1970 in occasione dell’incisione del rovescio delle 1000 lire celebrative di Roma Capitale, dove nemmeno aveva potuto firmare la sua opera. Stavolta Cretara ha maggiore libertà creativa e propone al dritto un volto inedito per la nostra Repubblica, quello di una giovane donna con i capelli mossi dal vento che si mischiano alle soffici piume di due ali che le spuntano dalle tempie. È questo un simbolo, oltre che di libertà, di intelligenza, di elevazione, di slancio per trascendere la condizione umana: un’iconografia moderna che trae ispirazione dal mondo classico, dove il capo ornato di ali era quello delle divinità, come ad esempio Mercurio che indossa il petaso alato o la dea Roma che personifica per i Romani l’idea di Stato.

Il rovescio delle 500 lire mostra una visione prospettica della piazza del Quirinale, con la lunga facciata del palazzo e, in primo piano, la fontana con l’obelisco proveniente dal mausoleo di Augusto e le statue dei Dioscuri prelevate dalle vicine terme di Costantino. Nella corona esterna, ai due lati appaiono una spiga e un rametto di ulivo, simboli di abbondanza e di pace. Altra novità che appare per la prima volta su un conio è che il valore viene espresso sia in cifre sia in carattere Braille, quale tributo di carattere sociale all’anno dedicato ai ciechi.

Questo rovescio celebrava il luogo istituzionale per eccellenza della Repubblica, il palazzo sede del Capo dello Stato. Una ulteriore proposta che era stata avanzata, secondo le indicazioni del Ministero delle Finanze, presentava la facciata del palazzo di Montecitorio, sede della Camera parlamentare. Ma Laura Cretara avrebbe voluto una raffigurazione diversa e ben più avveniristica: tra i vari progetti fu coniata anche una prova in cui sul rovescio campeggiavano due figure nude, una maschile e una femminile, sedute una di fronte all’altra in perfetta simmetria, protese verso un ramo d’ulivo da cui sporgono radici. Questa originalissima iconografia celebrava il valore della parità dei generi che sola poteva consentire una pace sociale duratura e una condizione davvero egualitaria di accesso al lavoro. Tuttavia i tempi non erano decisamente maturi per proclamare quei valori che oggi di sicuro sono progrediti rispetto ad allora, ma in un processo che ancora si deve portare avanti con fermezza e determinazione. Cretara aveva talmente a cuore quest’idea che la riprese più volte nel suo percorso numismatico (bozzetto per i 50 centesimi della cosiddetta “lira pesante” nel 1986, disegno per le 500 lire commemorative dell’anno internazionale della pace sempre nel 1986, schizzo per le 10 lire per collezionisti nel 2000).

Editalia rende omaggio al valore della pace e dell’uguaglianza di genere, così come all’arte di Laura Cretara, con la riconiazione in oro a cura della Zecca dello Stato di questo progetto. L’accurata esecuzione degli esperti incisori della Zecca consente di ammirare nel metallo prezioso la fine delicatezza del modellato e la graduale modulazione del rilievo.

 

Lire Segrete – 500 lire pace e uguaglianza

La coniazione, appartenente alla collezione La Storia della Lira nella Repubblica italiana, Lire Segrete, è coniata dalla Zecca dello Stato, a partire dalla rimodellazione dell’originale di Laura Cretara, oro 750‰, peso g 14 circa, diametro 25,8 mm. La tiratura, limitata a 2999 esemplari, è certificata dall’Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La coniazione alloggia in un cofanetto in legno massello di frassino con inserto in pelle, di materiali e manifattura interamente italiani, che consente di custodirla ed esporla da entrambi i lati grazie al supporto centrale di plexiglass.